Natale del Signore

Natale del Signore
Anno C

(Lc 2,1-14)

«Oggi è nato per voi il Salvatore»

“E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama»”.

Nel giorno del Natale riceviamo dagli Angeli il messaggio di pace. E questo è una cosa molto importante. Prendere  coscienza che l’uomo da solo non è in grado di raggiungere la pace del cuore se non nell’incontro con Dio.
In diversi modi proviamo da soli a calmare il nostro cuore, proviamo a darci il “confort” interiore. Ma proprio quando da soli proviamo a calmare noi stessi, sempre più chiaramente vediamo che questo non è possibile. Da soli non ci bastiamo. Sempre abbiamo bisogno di Qualcuno che riesce a regalarci il dono dell’amore, il dono della pace del cuore. E quel Qualcuno è Dio che ci regala la pace del cuore. Dio ci dà la pace che il mondo non può darci. Dio mi dà la pace e l’esperienza della Sua vicinanza. E la dà ad ognuno che Lo prega, ad ognuno che si avvicina a Lui. La pace del cuore, il dono straordinario, forse il più grande dono di Dio all’uomo che su questa terra ci è stato regalato.
La pace del cuore ce l’hanno avuta tutti quelli che hanno visto il Bambino nato dalla Vergine. Perché hanno visto il miracolo che è stato annunciato, programmato dall’inizio della creazione. Il miracolo dell’Incarnazione. Dio, eterno Spirito ha deciso di diventare Uomo!
Per il Maligno questa verità, questa visione era insopportabile e per questo ha deciso di portare sulla terra il dolore, la guerra e la tristezza. Invece per noi l’Incarnazione di Dio è l’unica fonte della dignità dell’uomo.
Se Dio non si incarnasse, se non diventasse Uomo – che cosa sarebbe con la nostra dignità?
Oggi in modo particolare vediamo che Dio è buono, Dio ci regala la pace!

Sacra Famiglia
Anno C

(Lc 2,41-52)

««Figlio, perché ci hai fatto questo?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
»

«Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Gesù dodicenne domanda ai genitori perché Lo hanno cercato, sapendo che Lui è il primo che sta cercando. Lo cercano come se avessero dimenticato che Lui sempre cerca per primo. Cerca la vera casa, casa del Padre.
Quando l’uomo cresce, matura, vuole trovare un posto che è suo, solo suo. Spesso questo posto è la casa paterna, le mani materne, l’esperienza della vicinanza di quelli che lo  amano, che danno senso alla sua vita. Quelli che gli danno sicurezza e appoggio. Dove si sente agganciato ad un fondamento. Ognuno di noi ha bisogno di questo..
Anche Gesù nel tempo dell’adolescenza aveva bisogno di scoprire che cosa è Suo, quale è la Sua vocazione, dove è la Sua casa, dove trovare la vicinanza del Padre e scoprire la Sua figliolanza. E per questo si meraviglia che Lo cercano, perché dovrebbero sapere che Lui cerca il Padre e dovrebbero supporre che Lo ha trovato nel Tempio. Gesù ha trovato il senso della propria vita nella casa del Suo Padre.
E proprio così è con ognuno di noi. Quando scopro, trovo la casa del Padre, del Padre che è nei cieli, trovo il posto che dà senso alla mia vita, solo allora sarò felice.  

Nuovo Anno 2016
MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO
Anno C

(Lc 2,16-21)

«I pastori trovarono Maria e Giuseppe e il bambino.
Dopo otto giorni gli fu messo nome Gesù.
»

“E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.”
Possiamo indovinare che i pastori hanno raccontato tutto a Giuseppe e a Maria del perché fossero venuti. Hanno raccontato quello che avevano sentito dall’annuncio degli angeli che era nato un grande Re e quindi, non potevano non arrivare in quel posto  indicato   dalla stella.
Ma possiamo anche supporre che loro invece avessero  raccontato a Gesù tutto quello che a loro era stato rivelato. Questa sarebbe una scena bellissima: immaginiamo che  uomini adulti, anziani, pastori che conoscevano bene la vita dura, raccontano ad un Bambino ciò che dovrà diventare, quale sarà la Sua identità.
Adulti che dicono ad un Bambino come è grande, come è importante, come è bello, come è buono, come è sapiente, come è atteso.
Bellissima scena di incoraggiamento! Gesù aveva bisogno di tanta forza nella Sua vita sulla terra. Aveva bisogno della forza per salvare il mondo. E nel Vangelo di oggi possiamo leggere che aveva ricevuto questa forza fin dall’inizio della sua vita. Gli uomini gli hanno raccontato come è importante, come è necessario, come è atteso. Hanno raccontato quali speranze riponevano in Lui.
Lui che aveva in sé così grande sapienza,  grande maturità,  sentendo le attese degli uomini, non è caduto nella disperazione o nella superbia, ma ha capito che queste attese e queste speranze, potevano aiutarlo a crescere ancora di più!
Noi invece sentendo che gli altri si aspettano qualcosa da noi, spesso ci chiudiamo in noi stessi, ci prende la disperazione o ci chiudiamo come i ricci: “non aspettatevi  niente da me! Io farò tutto quello che mi piace, che posso  ma senza rischiare niente”.
Invece Gesù sentendo che il mondo Lo aspetta risponde con tutto il cuore, con tutto se stesso, con tutta la sua vita!
Una cosa meravigliosa in questo primo giorno dell’anno 2016: rendersi conto che abbiamo Dio che ha risposto a tutte le nostre speranze e a tutte le nostre attese.

 

II Domenica di Natale
Anno C

(Gv 1,1-18)

«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi»

non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

Gli uomini spesso si fanno le domande fondamentali:
Da dove sono venuto e perché esisto?
Perché sono in questo mondo?
Al mio posto potrebbero essere tanti altri?
Sono qui per caso o per qualche buona coincidenza?
O forse sono qui perché ho vinto il premio di qualche lotteria?
Oppure così si sono succedute diverse cose senza nessuna logica?

Invece il Vangelo di oggi ci dà una bellissima risposta a queste domande: non sei sulla terra per caso, non sei al mondo per una coincidenza, sei al mondo perché Dio ha voluto averti!!! Dio ti ha sognato, ti ha desiderato. Eri nei suoi piani fin dall’inizio del mondo, eri nei progetti di Dio!!!
Penso che questo deve portarci una grande speranza,  sentire il proprio valore, una grande importanza, un’ immensa dignità: sono al mondo perché Dio ha voluto così!, perché Dio mi ha pensato! Io sono la realizzazione del desiderio di Dio!!!
Non esisto per caso, sono qui per uno scopo preciso: sono qui per essere amato da Dio!  

Epifania del Signore
Anno C

(Mt 2,1-12)

«Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.»

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?»”
Per dire la verità, ci sono almeno tre modi per aspettare Gesù.
Il primo modo è quello di Maria. Quando in pace, nel silenzio, con l’umiltà, un po’ passivamente, con le mani tese e aperte  aspetta la grazia di Dio,  aspetta la venuta del Salvatore.
Il secondo, è un modo, possiamo dire più maschile, il modo dei Magi. Quando hanno sentito che Dio era vicino, allora non potevano rimanere a casa. Questa energia li ha spinti a fare un lungo viaggio per cercarLo. Un modo molto attivo dei cercatori di Dio.
E c’è ancora un terzo modo dell’attesa del Salvatore: quello di Erode. L’attesa piena di paura. La consapevolezza che Lui viene e il terrore che può rovinare tutti i suoi piani, che può sconvolgere la sua vita. Che può rovesciare tutto. Questa è un’attesa senza nessuna speranza, piena di cattiveria.
E a noi appartiene la scelta: come aspettiamo Gesù, come lo cercheremo?
Con il cuore aperto e con la fiducia del servo che attende il ritorno del Signore per aprire, spalancare la porta, come Maria?
Oppure con grande attivismo come i Magi che affrontano i pericoli del viaggio ma vogliono trovare il Salvatore?
O con il timore di Erode che ha paura di Gesù?
Queste sono le domande alle quali oggi dobbiamo dare la risposta!!!

 

 

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